Tenere monitorata regolarmente la salute del cuore è un atto di cura verso sé stessi che non ha genere né età, ma è bene sapere che soprattutto nelle donne in menopausa diventa una necessità non più rimandabile. In questa fase della vita, infatti, al termine dell’età fertile, si verificano una serie di cambiamenti nel corpo femminile che comportano anche un aumento del rischio delle malattie cardiovascolari.
La scoperta è relativamente recente: negli anni Cinquanta si riteneva che le malattie cardiovascolari colpissero prevalentemente o esclusivamente gli uomini e solo più tardi, intorno agli anni Novanta, gli studi hanno mostrato che le donne non sono ovviamente immuni a queste patologie, sebbene tendano a svilupparle in media una decina di anni più tardi rispetto agli uomini1. Il motivo è da ricercare proprio nell’avvento della menopausa. Durante l’età fertile, infatti, l’alta presenza di estrogeni, gli ormoni femminili, svolge una sorta di azione protettiva sul cuore. Quando però la produzione di estrogeni cala drasticamente, come accade appunto in vista della menopausa, questo “scudo” viene meno e le donne risultano d’un tratto maggiormente esposte alle malattie del cuore.
Gli estrogeni garantiscono sostanzialmente una minore quantità di colesterolo nel sangue: quando questi ormoni calano, quindi, la quantità di grassi ematici nella donna tende a crescere. Questa condizione, specialmente se associata a uno stile di vita e alimentare poco sano, può comportare la formazione di placche aterosclerotiche nelle arterie2 e aumentare il rischio di infarto cardiaco, ictus cerebrale e ipertensione. Con l’avvicinarsi della menopausa, inoltre, le donne potrebbero sperimentare, sempre per via del calo degli estrogeni, tachicardia e palpitazioni. Potrebbe aumentare anche la quantità o la distribuzione del grasso addominale, il cui eccesso è considerato un fattore di rischio ulteriore per le malattie metaboliche e cardiovascolari.
Gli effetti negativi sul cuore potrebbero essere più gravi se la menopausa è precoce (cioè compare prima dei 40 anni) o anticipata (prima dei 45): in queste donne il rischio di infarti e malattie cardiovascolari è più alto rispetto a quelle che entrano in menopausa tardivamente, tra i 50 e i 54 anni3.
Che fare, dunque? Alcuni fattori di rischio non sono modificabili: se si è in menopausa, non si può chiaramente fare nulla contro il calo degli estrogeni. Lo stesso vale se si ha una familiarità con una certa malattia. Quello che si può fare, invece, è migliorare da subito lo stile di vita agendo su stress, alimentazione, fumo ed esercizio fisico. Ultimo ma non meno importante, come già accennato in menopausa è più che mai vitale “aversi a cuore” e sottoporsi annualmente agli esami di controllo della pressione, del colesterolo e dell’attività cardiaca in generale.
1 Istituto Superiore di Sanità – Il rischio cardiovascolare nella donna, 2013
2 Fondazione Umberto Veronesi, Donne e cuore: attente alla menopausa, 2011
3 Menopausa: il peggior colpo al cuore per le donne, Alessandra Graziottin, Direttrice del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’ospedale San Raffaele