Lo sport fa bene al cuore: lo rende più robusto e resistente alla fatica e riduce il rischio di infarto [1]. Allo stesso tempo, però, l’attività fisica intensa può mettere a dura prova un muscolo cardiaco che non è al massimo dell’efficienza. Per questo motivo per tutti gli atleti, agonisti e non, è fondamentale monitorare in modo ricorrente il funzionamento del cuore tramite un elettrocardiogramma, esame diagnostico che non a caso spesso rientra tra quelli svolti nelle visite mediche per l’idoneità sportiva.
L’elettrocardiogramma, detto anche ECG, si può svolgere a riposo oppure sotto sforzo applicando sulla pelle del paziente alcuni elettrodi che sono collegati a un elettrocardiografo. Gli elettrodi registrano l’attività del cuore, che viene poi stampata su carta sotto forma di tracciato grafico. Se quest’ultimo dà risultati anomali, ad esempio lasciando sospettare la presenza di aritmie, scompensi cardiaci o angina pectoris, si procede con ulteriori accertamenti diagnostici. [2]
Può essere utile svolgere anche un elettrocardiogramma dinamico secondo Holter, o Holter ECG. Si tratta di un elettrocardiogramma che, grazie all’impiego di un elettrocardiografo portatile a batteria, consente di registrare l’attività elettrica del cuore in modo continuo per 24-72 ore, magari anche durante un allenamento, individuando in questo modo le eventuali anomalie cardiache che un semplice ECG (che dura pochi minuti) non avrebbe il tempo di rilevare.
L’ECG serve a preservare la salute dello sportivo e a valutare l’impatto dell’allenamento sul muscolo cardiaco. Per questo è consigliato a tutti, ma in modo particolare a coloro che hanno già riscontrato aritmie, ovvero quelle alterazioni del battito che, in alcuni casi, possono essere associate alla morte cardiaca improvvisa, evento che può tragicamente colpire i giovani atleti [3].
L’elettrocardiogramma a riposo (ed eventualmente anche quello sotto sforzo, se si praticano nuoto, ciclismo o attività simili) deve rientrare obbligatoriamente tra gli accertamenti per il rilascio dell’idoneità agonistica. Gli sportivi non agonisti, invece, per avere il certificato medico devono sottoporsi a un ECG a riposo una volta all’anno se hanno più di 60 anni, malattie croniche o rischio cardiovascolare elevato.
Negli altri casi ufficialmente basta essersi sottoposti a un elettrocardiogramma almeno una volta nella vita [4], ma i medici sportivi, data l’importanza cruciale di questo esame per chi fa attività fisica, suggeriscono di farne uno almeno ogni due anni. L’ECG può essere svolto nello studio di un medico sportivo, in un centro specializzato o anche in farmacia, se nella struttura è disponibile il servizio.
Testo di Chiara Beretta
[1] Progetto Cuore - Epidemiologia e prevenzione delle malattie cerebro e cardiovascolari – Istituto superiore di sanità.
[2] Sport Participation Evaluation, University of Iowa Hospital and Clinics e University of Nevada, 2021.
[3] Ventricular arrhythmias and risk stratification of cardiac sudden death in athletes, Division of Cardiology, Casilino Polyclinic, Rome, Italy, 2020.
[4] Ministero della Salute - Certificati per l’attività sportive non agonistica, le line guida