Non è l’unico tumore della pelle, ma certamente è il più noto. Parliamo del melanoma, la cui incidenza in Italia è cresciuta in modo significativo.[1] La pelle è composta da tre strati: epidermide, derma e tessuto sottocutaneo. Nel primo strato si trovano cellule chiamate cheratinociti e melanociti: proprio queste ultime hanno il compito di produrre la melanina, il pigmento che protegge dai raggi UV. Sviluppandosi in modo anomalo e concentrato, i melanociti possono dare luogo alle macchie scure che chiamiamo nei o nevi[2].
I nei sono molto frequenti e in genere non solo maligni: esiste però il rischio che lo diventino degenerando, appunto, in un melanoma. Questo tipo di tumore cutaneo potrebbe svilupparsi in un neo presente sulla pelle fin dalla nascita oppure sulla cute integra. Se ne distinguono quattro tipologie: melanoma a diffusione superficiale, lentigo maligna melanoma, melanoma lentigginoso acrale e melanoma nodulare, l’unico che già dalle primissime fasi intacca anche i tessuti profondi[3].
Una diagnosi precoce del melanoma è possibile grazie all’auto-osservazione: il principale campanello di allarme è infatti la comparsa di un neo nuovo o il cambiamento dell’aspetto di un neo già esistente, specialmente se è o diventa asimmetrico, con bordi irregolari e indistinti, di colore non uniforme o di grandi dimensioni e spessore. Prurito, aura rossa intorno al neo e sanguinamento sono altri segnali da non sottovalutare.
Se si individua un neo anomalo, ci si deve sottoporre a un esame di controllo dal dermatologo o in farmacia, grazie al servizio di teledermatologia che consente di eseguire, anche al di fuori di uno studio medico, uno screening affidabile e indolore. Se il risultato conferma la problematicità del neo, si procede con un approfondimento dermatologico.
Chiunque dovrebbe sottoporsi a un controllo dei nei ogni 2-3 anni o più spesso se si è soggetti a rischio. Dato che il principale fattore che favorisce il melanoma è l’esposizione eccessiva ai raggi del sole o ultravioletti artificiali[4], va da sé che sono in pericolo maggiore coloro che non solo prendono spesso il sole senza protezione adeguata o usano di frequente lettini e docce solari, ma che in più sono particolarmente sensibili agli effetti dannosi dei raggi UV perché hanno occhi, capelli e pelle chiara.
Sono maggiormente a rischio anche coloro che hanno molti nei, lentiggini, un sistema immunitario fragile o malattie ereditarie che comportano una più difficile difesa dai danni delle radiazioni. Un ulteriore aspetto cruciale da tenere in considerazione è la familiarità al melanoma. Sebbene il melanoma non sia ereditario, si possono comunque ereditare le predisposizioni a sviluppare questo tumore nell’arco della vita (anche se questo non significa che accadrà di certo). Se una persona ha un parente di primo grado con melanoma, il suo rischio di avere la stessa malattia è 2-3 volte maggiore rispetto al resto della popolazione; il rischio è addirittura 30-70 volte maggiore se i parenti di primo grado con melanoma sono più di uno[5].
Monitorare la propria pelle regolarmente è insomma una pratica fondamentale, alleata della prevenzione e della salute: se noti qualcosa di anomalo, non esitare a sottoporti a un controllo in farmacia o dal dermatologo.
[1] I numeri del cancro in Italia 2020 – A cura di Fondazione AIOM
[2] Melanoma cutaneo, AIRC (aggiornato al 2018)
[3] Melanoma, informazioni generali – EpiCentro, Istituto Superiore di Sanità
[4] Melanoma Risk Factors and Prevention, Medical College of Wisconsin, 2021
[5] La genetica del melanoma, MiO – Melanoma Italia Onlus