L’holter cardiaco è un esame fondamentale per chi deve evidenziare aritmie o altre patologie cardiovascolari, ma si rivela utile anche per chi, affaticando spesso il muscolo cardiaco, è interessato a monitorarlo e a raccogliere dati sulla sua attività. È il caso degli atleti professionisti. Ne parliamo con i plurimedagliati Linda Olivieri e Tobia Bocchi.
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Olivieri, ostacolista e specialista nei 400 metri ostacoli, e Bocchi, la cui specialità è il salto triplo, hanno provato per la prima volta l’holter cardiaco durante un allenamento nell’estate 2021, poco prima di volare a Tokyo per partecipare alle Olimpiadi. Il vantaggio dell’elettrocardiografo portatile a batteria, infatti, è che essendo leggero e di piccole dimensioni può essere applicato sul petto e mantenuto in posizione per uno o più giorni, consentendo di registrare l’attività elettrica del cuore in modo continuo, anche durante lo sport.
Lo spiega Linda Olivieri che, praticando una disciplina aerobica e che richiede anche un lavoro sulla resistenza, può trarre particolare vantaggio dalle informazioni rilevate dal dispositivo: «Usare l’holter durante un allenamento e nelle 24 ore successive può essere utile per raccogliere dati relativi all’attività del cuore prima, durante e dopo lo sforzo. Altrimenti, utilizzandolo in tre allenamenti svolti ad esempio al mattino, all’ora di pranzo e al pomeriggio, i dati raccolti potrebbero rivelare se il cuore, a parità di lavoro, fatica meno in un certo momento della giornata. Ripetendo questo test sul lungo periodo, alla fine si possono trarre delle conclusioni ed eventualmente modificare gli allenamenti».
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L’holter diventa in questo modo non solo un controllo supplementare sulla salute degli sportivi, in aggiunta alle regolari visite a cui sono sottoposti1, ma soprattutto una fonte di informazioni interessanti per gli atleti stessi e per chi fa ricerca in ambito medico-sportivo.
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Lo conferma Tobia Bocchi, che oltre all’holter ha utilizzato il dispositivo Sleep Monitor, pensato per monitorare la qualità del sonno2 ed evidenziare eventuali disturbi respiratori: «L’ho usato nei giorni precedenti alla partenza per Tokyo e poi durante la permanenza, fino al giorno della gara olimpica, per vedere in quale modo il corpo si adatta al fuso orario tra Italia e Giappone. Al di là dell’andamento del battito cardiaco, specialmente nelle discipline aerobiche, è infatti interessante monitorare anche questo aspetto, perché l’andamento del sonno nell’atleta è diverso rispetto al non-atleta».
Testo di Chiara Beretta
[1] Noninvasive Cardiac Screening in Young Athletes with Ventricular Arrhythmias, University of Padua (Italy), The American Journal of Cardiology, volume 111, Issue 4, 15 February 2013.
[1] Sleep and Athletic Performance, University of Wisconsin School of Medicine and Public Health, (Madison, WI), Current Sports Medicine Reports, 11/12 2017 – Volume 16 – Issue 6