Ricorre ogni anno il 5 maggio la Giornata mondiale dell’asma, malattia che colpisce circa 300 milioni di persone in tutto il mondo[1]. Esistono diverse tipologie di questa patologia cronica respiratoria, che può anche avere risvolti gravi o fatali: in generale, però, consiste nella difficoltà a espirare causata dal restringimento e dall’inspessimento delle pareti delle vie aeree e da un’aumentata produzione di muco.
I sintomi più comuni sono tosse, respiro sibilante, costrizione toracica e la sensazione di mancanza d’aria. La loro intensità può variare in risposta a fattori esterni, come allergeni, infezioni virali, fumo, assunzione di alcuni farmaci e stress. Può capitare, altrimenti, che i sintomi diventino più forti solo in alcuni momenti della giornata: ad esempio di notte o al risveglio, oppure se si fa esercizio fisico o si ride[2]. Le conseguenze più gravi e le riacutizzazioni dell’asma si manifestano soprattutto quando la malattia non è controllata. Per convivere con il disturbo conducendo una vita attiva e serena, quindi, è fondamentale, dopo una diagnosi tempestiva, seguire la terapia più adatta suggerita dal medico.
Per diagnosticare l’asma bisogna eseguire delle prove di funzionalità respiratoria[3], tra le quali la principale è la spirometria. Questo esame strumentale misura la forza e il volume (cioè la quantità di aria che entra ed esce dai polmoni) del flusso respiratorio e serve anche a tenere monitorata l’asma nel corso del tempo e a valutare l’efficacia delle cure. Non solo: la spirometria è impiegata come test di routine per controllare lo stato di salute generale di un soggetto, specialmente se è un fumatore, uno sportivo agonista o un lavoratore in ambienti a rischio (dove cioè sono presenti fumi irritanti, polveri, ecc.).[4]
Come si esegue la spirometria? Con lo spirometro, un piccolo strumento computerizzato dotato di un boccaglio che va inserito tra i denti della persona che si sottopone all’esame. Bisogna inspirare profondamente per riempire i polmoni di aria, stringere il boccaglio tra le labbra ed espirare con forza e il più velocemente possibile dalla bocca fino a svuotare completamente i polmoni (può essere utile chiudere le narici con uno stringinaso). La spirometria può essere svolta in cliniche, ospedali e ambulatori oppure a casa propria, dato che alcune farmacie prevedono il servizio in telemedicina. Lo spirometro in questo caso può avere una guida vocale integrata che accompagna il paziente al corretto svolgimento del test, i cui risultati vengono poi refertati da un medico.
È utile ripetere la spirometria più volte e in ogni caso nelle ore precedenti all’esame bisogna evitare di fumare, fare sforzi intensi, consumare pasti abbondanti e bere alcolici. Il test è di breve durata e non invasivo, ma alcuni potrebbero avvertire in seguito un leggero dolore al torace, vertigine o stanchezza causati dall’espirazione forzata. Dovrebbero evitare di sottoporsi all’esame, salvo diversa indicazione del medico, le persone affette da ipertensione non controllata o che hanno avuto da poco infarto o angina[5].
[1] Global Initiative for Asthma, Aggiornamento 2020, Guida per la gestione e la prevenzione dell’asma
[2] Ibidem
[3] Test di funzionalità polmonare (PFT), di Rebecca Dezube, MD, MHS, Johns Hopkins University, 2021
[4] Spirometria (esami di accertamento), Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 10 gennaio 2022
[5] What Is Spirometry and Why It Is Done, American Lung Association